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Terrae quati motibus

Video installazione site-specific

  Massimo Cartaginese   Resti Chiesa di San Giacomo Via Podesti 33 Ancona   domenica 30 aprile 2017   22:00   Orari: 22.00 - 24.00
Terrae quati motibus è una video installazione site-specific pensata per le vestigia della Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo a Capodimonte. L’abside della chiesa, sopravvissuto ai bombardamenti del 1943 e al sisma del 1972, oggi consolidato e reso fruibile, si delinea come un monumento alla memoria ed un simbolo della ricostruzione: lo “schermo” ideale per un lavoro d’arte che riflette sul terremoto. L’installazione prevede una doppia proiezione: quella di alcuni capolavori di arte sacra antica (ospitati in edifici e chiese resi inagibili dal terremoto in Centro Italia), e quella dell’aforisma di Ovidio terrae quati motibus (letteralmente “scosso-a dal terremoto”). Mentre le immagini pittoriche si animano sovrapponendosi e alterandosi, la fissità delle parole, provenienti da un’antichità remota e non riferibili ad un oggetto preciso, comunicano in modo definitivo, adatto al nostro sentire, lo sconcerto che il terremoto produce sull’animo umano. La componente sonora dell’installazione è demandata al rumore prodotto dal piccolo generatore che fornisce l’energia elettrica necessaria. La peculiare dimensione sonora rafforza il senso di emergenza che fa seguito ad un sisma. I dipinti sono di: Cola d’Amatrice: Museo Sacra Famiglia con S.Giovannino  – 1520 circa (Museo Civico Cola Filotesio  – Amatrice) Gianbattista Tiepolo: Apparizione della Madonna col Bambino a San Filippo Neri – 1740 (Chiesa di S.Filippo Neri – Camerino) Michelangelo Carducci: Resurrezione di Lazzaro – 1560 (Basilica di San Benedetto – Norcia) Massimo Cartaginese si occupa dal 2002 di arte concettuale e pubblica. Il suo lavoro si muove tra paesaggio, nomadismo culturale, geo-psicologia, privilegiando l’uso di procedimenti legati alla riproducibilità e comunicazione mediale. E’ ideatore ed organizzatore, con Oskar Barrile, del collettivo Voyagerlab, Ha collaborato con Ignazio Gardella e Marco Porta e partecipato alla XVII Triennale di Architettura di Milano. Si sono occupati del suo lavoro Valerio Dehò, Gabriele Perretta, Gabriele Tinti.  
Foto di Giulio Garavaglia
      www.beuysboys.blogspot.com

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