La lunga attesa. Raccontare Idomeni attraverso lo sguardo dei bambini
Mostra fotografica di Edoardo Premoli Informagiovani Piazza Roma Ancona venerdì 21 aprile 2017 / venerdì 19 maggio 2017 Inaugurazione: 21 Aprile 2017 ore 17.00
Orari di Apertura
Lunedì: 9.30 – 13.00 | 16.00 – 19.00
Martedì 9.30 – 13.00 | 16.00 – 19.00
Mercoledì: 9.30 – 13.00
Giovedì: 10.00 – 18.00 (orario continuato)
Venerdì: 9.30 – 13.00
Nel 2016, Edoardo Premoli, studente di Mediazione linguistica e culturale presso l’Università Statale di Milano, ha partecipato alla campagna #overthefortress del progetto Melting Pot Europa.
In seguito ai suoi due viaggi al campo profughi di Idomeni al confine greco-macedone ha voluto esporre alcune delle sue fotografie con lo scopo di mostrare una realtà troppo spesso resa invisibile e/o ignorata.
La scelta di esporre solo ritratti infantili è dovuta alla volontà di mostrare ciò che rende possibile la sopravvivenza in quei luoghi e di portare lo spettatore ad interrogarsi sul futuro di queste nuove generazioni.
Attraverso quest’esposizione cerca di offrirci un’immagine di quel mondo, in fondo, non troppo lontano.
Edoardo Premoli
About me
Abituato fin da piccolo a viaggiare grazie alle possibilità offertemi dai miei genitori, ho accresciuto pian piano la mia voglia di conoscenza e la mia curiosità verso il mondo. Ho imparato ad osservare e a guardare con occhio critico, ma allo stesso tempo affascinato, le tante realtà che mi si prospettano di fronte. Grazie ai miei viaggi sono venuto a contatto con culture assolutamente differenti tra loro; questo mi ha portato ad una grande apertura mentale che ha addirittura indirizzato la scelta della mia attuale università (Mediazione linguistica e culturale). Questa consapevolezza e questa certezza non sono però certo arrivate senza difficoltà. Dopo aver cambiato due licei classici (Carducci – Berchet) e tre università (Ingegneria – lingue e letteratura – Mediazione linguistica e culturale) ho deciso di trascorrere sei mesi nella capitale inglese dove ho potuto, oltre che lavorare e studiare, conoscere persone, “usi e costumi”, abitudini, desideri, VITE, assolutamente diverse dalle mie. E’ finalmente qui che ho deciso di entrare nel vastissimo mondo della fotografia; “grazie ad essa posso, infatti, avere una valida compagna che aiuti la mia fragile memoria”. Mi sembra sia passato un secolo da questo mio pensiero; un secolo cosparso di novità, cambiamenti e conoscenze che hanno influenzato e scardinato questa idea. Ora fotografo con l’idea di poter trasmettere qualcosa, a chi osserva, ma soprattutto a me. Posso inventare, modificare, creare una storia; posso divertirmi. Posso mentire o raccontare la verità. Posso esprimermi o rimanere nascosto dietro ad uno scatto. Posso studiare un soggetto o posso semplicemente cristallizzarne un momento o un particolare spontaneo. Posso fare ciò che voglio. E’ questo ciò che più mi attrae di questo mondo, la libertà.
Nella mia ingenuità di ventitreenne, ciò che mi spinge ad andare avanti è l’idea che un giorno possa riuscire ad aiutare qualcuno attraverso i miei scatti, possa riuscire a “salvare il mondo”; forse impossibile, ma perché rinunciarci proprio ora?
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